CONSIDERAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE DEL 23 NOVEMBRE3 min read

energieLegambiente Molise non sottovaluta le preoccupazioni che la manifestazione  del 23 novembre ha voluto esprimere  contro l’eolico selvaggio, ma la  ritiene una risposta parziale e per certi versi inadeguata rispetto ad una problematica effettivamente esistente, che rischia, se non affrontata con  tutti  i crismi della razionalità, di alimentare paure e ingenerare malintesi che non giovano nè all’ambiente, né tantomeno al territorio e ai suoi cittadini.

Il grande movimento di opinione che si è formato in Molise partendo da Altilia si è ingrossato come un fiume in piena via via inglobando tematiche le più diverse…

Cosa significa mettere sullo stesso piano eolico e rifiuti facendo poi materializzare il terribile fantasma della camorra? Perché mettere alla berlina  una delle tecnologie più pulite e sicure per i cittadini e l’ambiente confondendola con  la gestione spesso criminale dei rifiuti?

La legge Berardo ha liberalizzato il settore della produzione di energia rinnovabile senza tener conto delle osservazioni fatte dagli ambientalisti e da tante  associazioni di categoria. E’ una legge che di fatto  deregolamenta il settore e non  risponde ai principi generali di programmazione di gestione del territorio, scaricando ogni decisione e responsabilità alle “povere” amministrazioni  comunali che  tuttavia sono alla canna del gas e che – in spregio a qualsiasi politica di programmazione del territorio – sottoscrivono qualsiasi progetto di produzione di energia, quasi si trattasse di una vacca da mungere, per risanare bilanci azzerati da anni di politica di austerity di scuola tremontiana.

Va certamente rivista, perché così com’è non giova ad alcuno, né agli operatori del settore, né agli enti locali, né all’ambiente, né alle nostre comunità.

Ma quando, come in questo caso, si sceglie un approccio generalista alle questioni, si rischia di far passare un messaggio mistificato e l’impressione che Legambiente ha è quella che si stia dicendo un no pregiudiziale all’eolico, aggravato da  un uso strumentale dell’area archeologica di Altilia (balzata agli onori della cronaca per lo stato di abbandono in cui versa) tanto da meritare una proposta di legge regionale, quasi una sorta di legge ad situm-

Assolutamente non condivisibile – da chi come Legambiente da anni è impegnata con Salvalarte e Voler Bene all’Italia a salvaguardare lo straordinario patrimonio culturale italiano – l’impostazione secondo cui chi partecipa alla manifestazione difende la propria terra dall’assalto di spregiudicati affaristi campani, calabresi… in una sorta di leghismo in salsa sannita che non ci convince affatto…

Se si ha consapevolezza che dietro una qualsiasi impresa che ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione ad aprire un campo eolico ci sia la camorra, la si denunci, facendo nomi e cognomi, come da anni fa Legambiente negli annuali rapporti ecomafia. Noi ci schiereremo chiaramente a fianco di chi vorrà condurre questa battaglia con un approccio scientifico, basato su analisi  e documenti oggettivi.

Passata la manifestazione ci sarà da mettere mano seriamente ai problemi sollevati.

Suonano  ancora attuali, a distanza di oltre tre anni, le parole scritte dal presidente della Confcommercio Paolo Spina: “dire di no è bello, porta consensi, e, soprattutto costa poco. Costa poco al politico dal respiro breve, ma costa tanto e costerà tantissimo ai nostri figli. Che saranno quelli che, poi, effettivamente pagheranno la follia del pensiero urlato e rumoroso da kermesse televisiva. Continuare a dire di no, per il solo gusto di sentire la propria voce, ci porterà, prima o poi, a negare qualsivoglia futuro ai nostri figli. I nostri figli che già hanno sulle spalle 800 milioni di debiti della sanità, un mare inquinato, una costa abbrutita da interventi umani mai opposti e che domani non avranno neanche il sollievo, o meglio il respiro di una energia che nasce dal vento e dall’acqua, ossia dalla natura?”

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